Risotto ai fiori di Acacia (o meglio, di Robinia pseudoacacia)
I fiori di Robinia pseudoacacia, sono, per intenderci, quei grappoli bianchi che rendono dolce l'aria tra aprile e maggio, e che sono conosciuti per le frittelle. Dalle nostre parti si chiamano "Marughe".
Si usano solo i fiori: tutte le altre parti della pianta sono tossiche. Ho trovato sul web diverse versioni del risotto: in alcune i fiori si mettono nel soffritto con la cipolla o lo scalogno, in altre ricette si aggiungono a metà cottura e, in altre ancora, si aggiungono alla fine. Così ho pensato ad una mediazione: ho usato tre piccole manciate di fiori, tenendo solo i petali (ma non so se fosse necessario), e ne ho messi 1/3 in soffritto, 1/3 in cottura e il rimanente alla fine. Il risultato è delicato, ma il dolce dei fiori fa un bel contrasto con lo scalogno ed il parmigiano. Molto gustoso. Sarebbe meglio raccogliere i fiori all'inizio della fioritura, perché se piove perdono di sapore. Se volete provare il primo requisito è saper riconoscere con sicurezza i fiori. Poi se me raccolgono due/tre manciate, si lavano delicatamente e si asciugano ancor più delicatamente. Soffriggete un paio di scalogni in due/tre cucchiai di olio evo; aggiungete 1/3 dei fiori e il riso nella quantità desiderata. Fate rosolare leggermente il riso, prima di versare un bicchiere di vino bianco secco. Una volta evaporato il riso, portate a cottura aggiungendo lentamente brodo vegetale, e la seconda parte dei fiori. Quando è cotto, spolverate con l'ulima parte dei fiori di acacia, magari già nel piatto per un effetto decorativo. Ci sta proprio bene una grattata del Re dei Formaggi (per chi non avesse capito: Parmigiano Reggiano, per me 30 mesi). Non è solo buono, è anche molto bello! Avvertenza: raccogliete e utilizzate solo piante delle quali siete assolutamente sicuri. Questo sito non contiene consigli medici, nè di salute, nè alimentari ma solo la condivisione di una passione per la Natura. Per usare le piante officinali occorre avere adeguate conoscenze, e per farlo a fini curativi o per la cura di patologie occorre rivolgersi a professionisti della salute. |